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giovedì 31 marzo 2016

Tresy non Ceres in casa. Ma il postino non è andato via come Marco!

Mastico i Social Network dal cornetto della mattina, trafelata al bar prima di mischiarmi nella bolgia dei mezzi romani, fino al secondo prima di addormentarmi. Socievole e social-mente utile, il mio claim. Cinguettare su Twitter mi diverte, tuttavia, provando a farlo al meglio per terzi, l'aggiornamento del mio profilo è un po'incostante. Salvo essere rispolverato, come questo blog, per le grandi occasioni, quelle discussioni che balzano subito in cima alle tendenze di Twitter. Tipo... Il Festival di Sanremo, evento mediatico nazionalpopolare per antonomasia. Tutti, nel bene o nel male, ne parlano, e ormai ne twittano.

 Nel campo del Social Media Marketing il brand Ceres è uno di quei casi da prendere come modello: non limitandosi alla semplice promozione autoreferenziale di un prodotto di consumo quale è la birra, riesce a essere sempre sul pezzo con geniali, divertenti, memorabili esempi di Instant Advertising sugli argomenti "caldi" di ogni giorno, dalla viralità assicurata (vedi l'abito verde di Daniela Santanchè indossato alla prima della Scala di Milano). Durante l'ultimo Festival di Sanremo ha messo a segno un nuovo colpo: #SanremoCeres. Attraverso questo hashtag si è generata una conversazione parallela a quella ufficiale del Festival. Strategica la scelta di seguire la kermesse, non soltanto canora, da un appartamento con affaccio sull'Ariston, incentrando tutto su un balcone che è diventato una vera e propria vetrina e uno spettacolo nello spettacolo.





"Stendiamo i vostri tweet più divertenti", questo il riconoscimento alla community che ha partecipato alla call to action sanremese, generando tweet uno più divertente dell'altro.
Tutto ciò per dirvi, dopo quest'ampia ma doverosa premessa, che su uno di quegli striscioni, ancora incredula, ci sono finita pure io. Merito di un tweet  pensato e scritto di getto, sarà che da piccola dopo "Brutta" di Alessandro Canino il mio secondo cavallo di battaglia davanti allo specchio, spazzola-microfono munita, era proprio "La Solitudine" di Laura Pausini, che la sera del 9 Febbraio 2016 avrebbe ricantato proprio su quel palco dove partecipò per la prima volta nel 1993, quando aveva appena diciotto anni e io solo cinque.
sanremoceres
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Appena ho staccato dal lavoro ho accantonato il cellulare col silenzioso attivato, senza curarmi di alcuna notifica, almeno a cena fuori. Tornata a casa ecco l'entusiasmante scoperta tra le notifiche non lette... Ma-ma quello è il mio cespuglio riccioluto, ogni riccio un capriccio di retorica arruffata, Ossimoro Moro sono io e quello è il mio tweet! Ok... 3-2-1...mi posso gasare e stappare una birra di autocompiacimento, una volta tanto?!

I piccoli momenti di gloria qui riportati:

sanremoceres

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Una ci prova... a proporre una candidatura spontanea

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Ma proprio il giorno della consegna... Non c'è nessuno in casa!







Uno dei tanti reperti di Ceres del quartiere e il mio fiero cilindro di cartone in braccio

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Lo striscione, lungo quasi quanto la stanza! Ora dove potrei collocarlo avendo solo finestre?



 Cheers!

lunedì 17 febbraio 2014

Sto Face-endo

Torno in questo angolo di me abbandonato per inattività, ma non certo per mancanza di sollecitazioni esterne, che non riesco però a tradurre in pensiero scritto e ragionato. La dea ispirazione non bussa alla mia porta da un po', forse perché la sorellastra apatia si è impossessata del divano e mi ha nascosto la penna, in favore del telecomando (parte di un tutto di cui forse spiegherò in seguito).
Ma stanotte, complice un ermetismo letterario, evoluzione inversa di vecchi fasti di parossistico prolissismo, butto giù una "poesia". Mi ha ispirato il social network delle Facce censite, che da poco, ha deciso di agevolare la fatica di elaborare frasi proprie suggerendo status emozionali e attività da condividere, con le immancabili emoticons, si intende. Linguaggio smart per pigri, o inclini alla standardizzazione, senza farvene una colpa. Se non altro, il principio dell'uniformità lessicale.

                         

                       Sto Face-endo (Fb inspiration)

Mi sento pensierosa
sto guardando il soffitto
sto leggendo i segni
sto ascoltando il mio respiro
sto giocando con le ciocche di capelli
in viaggio verso...
Lettolandia.

sabato 29 giugno 2013

L'importante è partecipare...Che non lo apri un blog?

Fino a poco tempo fa  mi bastava la "mole di pensieri molesti sulla mia Moleskine", buttati giù qua e là a penna, senza una periodicità rilevabile da statistiche, grafici o per cui fosse necessario il disclaimer che "non rappresentano una testata giornalistica", semplicemente frutto dei miei "flussi e cicli" umorali, in relazione all'andamento delle correnti atmosferiche, geomorfiche, antropologiche o trascendentali circostanti.
Tuttavia, sebbene l'era della "blogalizzazione" esista da un po', mi sento chiamata a emanciparmi anche io, che mi ritengo una cittadina della rete, regolarmente censita sui principali social network (nonostante per la maggior parte di questi sia un'utente inattiva forse dalla mia data di registrazione, salvo Facebook dove sono a un passo dall'essere radiata per mancanza di interazione, tranne per qualche augurio di compleanno o commento in bacheca) e moderatamente alfabetizzata, con velleità scribacchine più o meno dichiarate. In verità, sono stata una sproloquiatrice acerba già in età adolescenziale, quando circolavano i "Windows Live Spaces" associati al contatto messenger e in quel caso era come abbozzare una sorta di diario personale senza lucchetto e filtri, affidando le mie tragicomiche giornate post-scolastiche al ludibrio altrui, ossia dei miei amici di chat che potevano averne accesso (e in tutta franchezza credo se ne guardassero bene dall'andarci.) Nato e tramontato anche prima del diploma, dubito ne sia rimasta traccia sul mio hard disk, nonostante i vari solleciti via email della Microsoft che mi suggeriva di salvare il salvabile prima che procedesse all'estinzione naturale. Poca roba, ad ogni modo. Questo esperimento altrettanto modesto, al quale non garantisco aspettative di vita maggiori per la mia mancanza genetica di costanza nel portare avanti qualsiasi cosa il mio cervello non percepisca come obbligo morale e civile, vuole essere un'evoluzione pubblica, più discreta per quanto riguarda le mie questioni prettamente private, incentrata sulle osservazioni da libera pensatrice che vive la sua fetta di globo e coltiva diversi interessi, tra cui cinema, musica, teatro, fotografia, moda, cucina, lifestyle e frivolezze squisitamente femminili, eventualmente oggetto di discussione. Magari non soltanto tra me e me. O forse tra me e la tastiera. In bella copia, però, evitando quegli scarabocchi che rendono indecifrabile la mia stessa rilettura.
Sarà una casa virtuale, ospitata su questa piattaforma gentilmente messa a disposizione gratis da Google, in cui traslocare i miei appunti, le  mie considerazioni e recensioni, mentre le sollecitazioni dall'esterno cominciano a farmi visita e per il momento posso farle accomodare su un "divano spartano" per fare due chiacchiere, avendo tutto ancora da arredare. 
Benvenuti/e.