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giovedì 31 marzo 2016

Canta che ti passa...

Prendendo spunto dal post precedente post Tresy e #SanremoCeres e avendo citato due brani ossessivi della mia infanzia, sebbene i miei gusti musicali siano cambiati di gran lunga negli anni, per giocare un po' e ritornare bambina in un pomeriggio costretta a casa ho registrato questo karaoke casalingo (non ho velleità da cantante, forse da piccola, inconsapevole, davanti allo specchio quando mi identificavo in entrambe le canzoni... ho cominciato presto con le paturnie e delusioni!)



La Solitudine di Laura Pausini

 



 Brutta di Alessandro Canino


 

sabato 18 aprile 2015

Era una notte buia e tempestosa...

Non quantifico i mesi di abbandono, è una casa fantasma. Vuoi mancanza di ispirazione e aspirazioni che lasciano posto al formarsi di una spessa polvere, molto crepuscolare. E la vita reale che inevitabilmente sovrasta il mio mondo creativo fatto di nuvolette e clouds di memoria occupata al limite consentito.
Non sapendo come riagganciarmi e senza voler formulare chissà quali pensieroni di senso compiuto, nella speranza di arredare con più dedizione il mio spazio blablablog, mi sono lasciata guidare da un'associazione mentale. Ho trovato il quadernino della foto raffigurante due personaggi a me cari: i Peanuts Snoopy e Woodstock (manca il mio caro Charlie Brown)... E allora niente massime sull'esistere ma voglia di noccioline...nello specifico burro di arachidi, il cosiddetto "peanut butter". Un'americanata che ogni tanto "ci sta".
E siccome al supermercato quei vasetti di plastica si fanno pagare caro, nonché l' ingrediente principale è addizionato con grassi idrogenati, trigliceridi al cubo etc,  datemi un frullatore che me lo faccio in casa. Questo tipo di frutta secca rilascia naturalmente un olio che rende il composto frullato cremoso, mano a mano che si fanno girare le lame, quindi la procedura è quanto di più semplice si possa immaginare (cioè le cose che faccio io con modesta resa): prendere le arachidi tostate, porle nel frullatore, azionare, sminuzzarle e aggiungere a filo un cucchiaio di olio di semi (io avevo quello di girasole) per amalgamare, un po' di zucchero a proprio gusto e un pizzico di sale. Travasare in un vasetto di vetro e farci merenda, colazione, spuntino notturno. Ma con parsimonia perché è un buono snack proteico e calorico (la pentita che prima cede e dopo si pone gli scrupoli). Poi conservare in frigo...finché dura.
Questa la mia versione con pane tostato e rondelle di banana, ma si sposa bene pure con marmellata di fragole o frutti di bosco. 

"Era una notte buia e tempestosa...poi arrivò il burro di arachidi".

domenica 1 giugno 2014

"Quel mazzolino"

Oggi è domenica e non sono costretta a subire lo strapazzo dei mezzi ATAC (Alta Temperatura Alta Concentrazione), per arrivare dall'altra parte della città. Ma ripenso alla vecchina coi fiori, che paziente se ne stava in piedi, schiacciata nella calca, col suo mazzolino stretto in una mano e il bastone nell'altra. Finché qualcuno non si è finalmente degnato di farla sedere. Un'immagine di delicatezza nella giungla feroce, non solo nelle ore di punta. Non sfiorirà nella mia memoria.


mercoledì 23 aprile 2014

Tracks – Attraverso il deserto, un viaggio alla ricerca di sè



Uscirà nelle sale il prossimo 29 aprile Tracks, il nuovo film del regista statunitense John Curran, presentato in concorso alla 70esima Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia.
Racconta la storia vera di Robyn Davidson, una ragazza australiana, interpretata daMia Wasikowska, che nel 1977 attraversò a piedi 2700 km di deserto australiano, da Alice Spring all’Oceano Indiano, in compagnia del suo cane nero e dei suoi quattro cammelli. Tratta dall’omonimo bestseller autobiografico, assistiamo alla riproduzione di un’impresa estrema, di ostinata alienazione dall’umanità. È un sfida dei propri limiti che, se in partenza sembra pretestuosa e folle, trova il suo senso rotta dopo rotta, tracciata dalla protagonista su una cartina di “luoghi dell’anima”, in cui sono nascosti pericoli, luci e ombre, miraggi abbaglianti e dolorosi ricordi insabbiati.
Questo impervio viaggio verso l’ignoto, nella sconfinata distesa di dune e terra arida, sia suggestiva che angosciante, mai uguale da punto a punto (e per perdere la bussola basta davvero un soffio), è stato reso da Curran quanto più fedele alle foto originali pubblicate dal National Geographic, che all’epoca finanziò l’avventura della “Signora dei cammelli”. Robyn, da accordi e contro il suo voto di solitudine (salvo qualche raro incontro con vecchie popolazioni aborigene o turisti curiosi), concedeva di essere scortata solo in alcune tappe dal fotografo Rick Smolan (Adam Driver), per documentare l’avanzata divenuta fenomeno mediatico.
Mia Wasikowska dà prova di bravura e grande resistenza fisica, entrando perfettamente in questa seconda pelle arsa dai raggi infuocati, grondante di gocce di sudore, con i piedi induriti dal lungo cammino, dandoci la misura di quanto siano preziosi i sorsi d’acqua centellinata e la dimensione del silenzio, che spaventa ma mette in contatto con la voce interiore del proprio io. Ogni tanto, la colonna sonora proveniente da un mangianastri è l’epifania che spezza il sottofondo naturale e attiva i flashback della memoria.
Tracks prende a modello Robyn Davidson come uno spirito selvatico che non vuole lasciarsi ammaestrare dalla società codificata, il suo è un ritorno al bisogno di sopravvivenza ed esplorazione degli uomini primitivi.
Nel 1977 poteva sembrare ancora concepibile non essere aggiornati e non aggiornare in tempo reale su ciò che succedeva attorno. Almeno per la durata del film, anche noi saremo isolati dai nostri dispositivi elettronici che annullano sì le distanze della comunicazione globale ma ci hanno resi schiavi di viziosi automatismi. E magari proveremo un po’ di quella stessa sete.

Pianta grassa


Dopo le ultime feste pasquali, una metafora sul bilancio delle calorie introdotte e l'inevitabile posarsi dei piedi su una superficie ostile.