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giovedì 23 aprile 2015

Lady Tresy a Paris. Viaggio con la musica

Oggi, per puro caso, mi sono imbattuta in quel franchising chiamato Mercatino dell'Usato. All'andata ero di corsa e ci sono passata avanti, senza prestargli troppa attenzione, anche se ne avevo già visto uno vicino casa e prima o poi sarei voluta entrarci, sensibile come sono al fascino di tutto ciò che è old style o vintage o retrò che dir si voglia. Ma al ritorno, un richiamo irresistibile mi ha condotto all'interno. Mi sono inoltrata nei meandri impolverati tra ogni sorta di chincaglieria, abbandonata da chissà chi per disuso, sperando di ricavarci due soldi (io è difficile riesca a sbarazzarmi di qualcosa, piuttosto il contrario), ero curiosa e smaniosa come una bimba che rovista elettrizzata nella cesta dei giocattoli ammassati all'asilo e vorrebbe adottare una bambola.
L'angolo dei vinili mi calamita ogni volta (secondi solo alle macchine da scrivere). Poi la folgorazione c'è stata con questo 33 giri. Una copertina raffigurante la Tour Eiffel in primavera. "Lady Eve et son orgue A Paris". Non sono riuscita a trovare informazioni su internet, sembra una rarità. Non potevo lasciarlo lì. Dovevo accoglierlo nella mia camera da rigattiera. Tra i brani dedicati agli angoli magici di questa città a me empaticamente affine e di una bellezza senza tempo (patria del mio caro Truffaut a cui ho dedicato la mia tesi di laurea, nonché scenario del Favoloso mondo di Amelie che ha condizionato la mia adolescenza, giusto per fare due esempi) c'è uno di Charles Trénet, compositore che conobbi proprio con il film di Truffaut Baci Rubati. Il brano si chiama Ménilmontant ed è una romantica ballata "poétique et pathétique".
 Vado a dormire con questa colonna sonora proiettandomi nel sogno in quelle strade dove ho lasciato petali di cuore.
Parigi è musica per le mie orecchie. 


domenica 12 ottobre 2014

Diy: Domenica is yourself

Domenica dicono sia il giorno consacrato della settimana in cui dedicarsi (maggiormente) a sé, ai propri affetti sinceri e/o alle passioni. Una coccola tra gli strattonamenti dei restanti sei giorni frenetici, passati in buona parte con emeriti sconosciuti sul posto di lavoro, o all'università, o sui mezzi pubblici, o per volontà degli strani casi della vita.
Domenica sembra sia il giorno in cui riesco, seppur saltuariamente, ad "arredare" questo piccolo angolo del mio glob-o di interessi. Prendiamone uno.
Sono seguace, adepta, come si dice follower del buon vecchio fai da te, che ormai veste anch'egli i panni dell'internazionalità, così nell'universo di tutorial su internet/guide pratiche sulla realizzazione di qualchecosa prende l'acronimo/ashtag di "DIY: do it yourself".
I miei lavori handmade/fatti a mano non sono niente di paragonabile a tinteggiature di pareti con stancil intagliati a forma di Cupola di S.Pietro o affondi di trapano nel legno per costuzione di cassettiere laccate in pseudo-modernariato (potrei attrezzarmi in futuro).
I miei strumenti indispensabili quanto banali sono colla a caldo o vinilica (strascichi di quella utilizzata dal Muciaccia di Art Attack, che dicono abbia avuto un serio attacco allergico post-abuso da inalazione) forbici, tronchesine, bottoni, pezzi di stoffa, fogli di carta stampata, ritagli di giornali, altri oggetti di riciclo, cartone, plastica, vetro, etc. nei limiti di ciò che non è considerato putrida nettezza urbana. Principali campi di impiego: accessori di bigiotteria e piccoli complementi d'arredo...in gergo shabby chic? Definiamoli così va.
Oggi ho realizzato un DIY semplice semplice: ho montato le basi metalliche degli orecchini su dei bottoni gioiello vintage/vecchio stile (si precisa che nessuna anziana è stata derubata dalla sottoscritta) trovati al mercato rionale (su cui aprirò presto un'ampia anta del mio armadio insaccato).
Questo è il risultato che ora posso pubblicare dopo aver scollato le dita impiastricciate e portato via dal piano di lavoro - che è anche l'unico tavolo della casa dove si mangia - simil ragnatele filanti create dalla pistola della colla a caldo. E io la domenica preferisco la mozzarella fusa nella pasta al forno.

 (Arricchirò la gallery con altre creazioni)






giovedì 1 maggio 2014

Investire in borsa

In questo primo maggio, emblema di un mondo lavorativo fondato sulla Repubblica della precarietà, il volontariato che fa rima con apprendistato gratuito e il portafogli pieno di pezzetti di CV stracciati...
 IO dico, meglio investire in borsa. In una di  quelle che scovi nei mercatini vintage, a pochi euro, pezzo unico di cui andar fiera e che riporta su la soglia del tuo umore. (Magari un giorno trasformerai la tua passione in lavoro).